Ci si può fidare del Walter?
Domanda da 300 milioni di euro. Il leader del PD, Veltroni, è una persona di cui ci si può fidare? E' un politico esperto, certo, ma non sarà per caso l'ultimo epigono del berlusconismo, rivisto in chiave politically correct? L'uomo che, un po' più umile dell'Unto dal Signore, vuole andare d'accordo con tutti, accontentare tutti, parlare con tutti, e tana libera tutti...
Una nota positive: il confornto tra avversari può essere una cosa civile e lo sapevamo. D'altra parte la Costituzione della Repubblica l'hanno scritta democristiani, comunisti, socialisti, tutti insieme. Ed era giusto che fosse così. Come è giusto che le "regole del gioco", vedi legge elettorale e riforme dell'assetto istituzionale del paese, vengano condivise. In era di bipolarismo (tanto più se imperfetto com'è stato finora) non si possono fare riforme della costituzione o delle regole a colpi di maggioranza. In questo, l'articolo 138 della carta costituzionale, almeno in parte, è stato superato dalla logica bipolare. Il buon senso impone la regola dei 2/3, come è stato per l'indulto. Dunque, dialogo con tutti, per poi confrontarsi sui testi e gli emendamenti nelle sedi appropriate, il Parlamento e le commissioni affari costituzionali.
Il problema, però, è un altro. Il PD ha legittimato con le primarie il leaderismo carismatico di Veltroni? Oppure è una cosa che, in qualche modo, ha intenzione di partire dal basso? La prima risposta sembrerebbe quella più realistica. Da una parte l'attivismo del segretario ha rimesso in movimento una politica italiana che era stagnante, ma che rischia, però, di dipendere sempre dalle decisioni di un uomo solo.
Meglio le mani di un artigiano
12 anni fa

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