giovedì, agosto 16, 2007

Della giustizia e della tivvù

Sbatti il mostro in prima pagina. E' il titolo di un film di Marco Bellocchio del 1972, con Gian Maria Volonté e Laura Betti, musiche di Ennio Morricone. Credo si potrebbe aggiornare il titolo pensando ai nostri telegiornali, ai vari programmi che hanno dedicato mesi al caso di Cogne, con ospiti di vario genere, ma onnipresenti, dalla Parietti ai vari Morelli, Crepet, Meluzzi, condotti a braccetto dai vari Vespa, Mentana, Costanzo di turno.

In questi giorni, mi hanno impressionato due cose: la notizia di un magistrato attaccato pesantemente dai genitori di una vittima, la reazione del pluricampione Valentino Rossi agli accertamenti fiscali. In entrambi i casi c'entra la legge, e c'entra la tv, il modo in cui viene usata.


Riguardo al primo caso un giudice può emettere una sentenza sbagliata, ma lo fa interpretando leggi, procedure, etc. Capisco, quindi, la rabbia di chi pensa ad una sentenza ingiusta; la giustizia, però, va sottratta all'arbitrio e all'emotività; se un giudice ha sbagliato dovrà dircelo il CSM, non ce lo può certo dire un genitore comprensibilmente irritato. Altrimenti, il rischio è il ritorno a d una velata forma di Terrore giacobino, in cui ad un certo punto si tagliavano le teste di tutti. Ora, certo, è quasi impensabile sottoporre alla ghigliottina i propri nemici. Però, la televisione potrebbe giocare un ruolo di "gogna" umiliante e, per certi versi, di tortura.


Nel secondo caso, capisco l'ansia di autodifesa del campione motocicilista, ma anche qui si tratta più di una "trovata pubblicitaria" che di altro. Tutti sappiamo che Londra non è Paperopoli o un paradiso fiscale noto, infatti il fisco italiano non vuole sapere perché Rossi ha la residenza a Londra. Ci si fa un'altra domanda: caro Valentino Rossi, tu risiedi a Londra. Come mai, allora, hai acquistato tutte queste auto, terreni, etc. in Italia? Non è che hai stabilito la tua residenza all'estero solo per evadere il fisco italiano? Sappi che noi abbiamo trovato in Italia molti dei tuoi interessi, quindi, se avrai evaso il fisco, dovrai pagare tutto.

Nel video-risposta trasmesso a reti unificate, Valentino Rossi non riesce a dimostrare di non aver evaso il fisco. Forse per il semplice fatto che la tv non è lo strumento adatto per farlo. Con quel messaggio, il motociclista, secondo me, cerca un'altra via di fuga: quella di far credere a tutti che ci sia una sorta di "complotto mediatico" nei suoi confronti.

Credo che sia una strategia troppo vecchia per essere credibile.


Per il resto, come dire: i giornalisti, su queste notizie, soprattutto d'estate, ci sguazzano, e non vedono l'ora di "sbattere il mostro in prima pagina".

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