domenica, agosto 05, 2007

Tempi moderni

C'era una volta la fabbrica e la catena di montaggio. Gli operai eseguivano operazioni ripetitive, controllavano i vari punti della catena. C'erano turni da otto ore al giorno, lavori usuranti, straordinari non pagati e schiene spezzate, a volte non solo metaforicamente.

C'era una volta... ma siamo sicuri che con la flessibilità introdotta da anni non ci sia più niente del genere? Nel 2007, e chissà fino a quando, queste tipologie di lavoro persistono, e in certi casi sono aggravate dalla "flessibilità". Un "lavoratore atipico", in genere, è un po' meno tutelato.

Aggiungiamo a questo tutte quelle nuove forme lavorative che magari sono meno usuranti per il fisico, ma comportano uno stress notevole: per ritmo di lavoro, pressioni ricevute, turni, e così via. Scopriremo che, in fondo, le catene di montaggio possono esistere anche laddove il prodotto finale non è l'automobile o la vernice, ma magari la gestione delle pratiche e dei reclami.

Certo, c'è un abisso tra i due mondi, è innegabile. Dal punto di vista dell'organizzazione e della divisione del lavoro, però, vedo anche molti punti di contatto. Sarà colpa della mia miopia?

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