A forza di essere vento
Oggi si parla di Nomadi, Zingari. Credo che la canzone di Fabrizio de André, in questo caso, parli da sola. M'infastidiscono troppo le voci che parlano di queste persone solo come se fossero tutti ladri, fastidiosi, puzzolenti, etc. Sinceramente non amo molto neanche i ghetti extraurbani in cui spesso sono scaraventati. Tenuti ben lontani dai centri urbani. Certo, il nomadismo è una cultura diversa dalla nostra. Noi siamo pigri, stanziali, abituati e forse ossessionati dal possesso delle cose. Noi abbiamo messo le nostre radici, che chiamiamo patria e famiglia. Ma se allarghiamo bene lo sguardo ci accorgiamo che, parafrasando una vecchia canzone, la nostra patria è il mondo intero, che le nostre famiglie spesso non ci danno alcuna garanzia e sicurezza, anzi.
Chi siamo noi, allora, per giudicare uno stile di vita diverso? Chi siamo per poterci permettere di emettere delle sentenze senza sapere cosa e come si vive in una determinata situazione?
cito ancora Fabrizio de Andrè
«L'emarginazione deriva anche da comportamenti acquisiti da culture antichissime. Gli zingari girano il mondo da più di duemila anni, se vogliamo credere a Erodoto. Questi Rom, questo popolo libero è affetto da dromomania, cioè desiderio continuo di spostarsi. Non credo abbiano mai fatto del male a qualcuno, malgrado le strane dicerie; è vero che rubano - d'altra parte non possono rinunciare a quell'impulso primario presente nel DNA di ciascun essere umano: quello al saccheggio, di cui abbiamo avuto notizie in queste ultime amministrazioni - però non ho mai sentito dire che abbiano rubato tramite banca. Inoltre non ho mai visto una donna Rom battere un marciapiede. Girano senza portare armi; quindi se si dovesse dare un Nobel per la pace ad un popolo, quello Rom sarebbe il più indicato.»
[Presentazione del brano durante il concerto al Teatro Valli di Reggio Emilia (6/12/1997)]
E poi ancora, cito dal testo della canzone:
ora alzatevi spose bambine
che è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare
e se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e sfortuna
allo specchio di questa kampina [*]
ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio.
[*]Tenda mobile
Ecco, sono completamente d'accordo con questo brano. Non aggiungo altro perché non vorrei sconfinare nella retorica.
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12 anni fa

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