martedì, settembre 11, 2007

V-Day parte seconda

Alla fine, il V-Day di Grillo c'è stato. Non si può ignorarlo: organizzato solo attraverso il tam-tam di internet, ha avuto un grosso riscontro. Centinaia di migliaia di persone in piazza. Roba da mettere in difficoltà l'organizzazione di un partito o di un sindacato. Dunque, il V-Day è senz'altro un segnale di un malessere diffuso verso la politica, la lentezza nel prendere decisioni, la famosa distanza tra "il palazzo" e "la gente", le auto blu e i privilegi, le immunità che vengono confuse spesso per impunità.

Forse raccogliere una massa delusa dalla politica gridando a gran voce "Vaffa..." è facile, secondo me fin troppo facile... Però i problemi posti dal V-Day ci sono, va cercata una soluzione. Secondo me la soluzione non può e non deve essere un gigantesco "Vaffa..." di piazza, così come le proposte di legge popolare presentate da Grillo meritano una discussione più approfondita e non una firma aprioristica sulla fiducia.

Sicuramente la politica deve cambiare corso, si deve rinnovare negli uomini e nelle idee. Ma questo processo non può essere separato dall'evoluzione della cosiddetta società civile, che spesso ragiona ancora in termini da anni '70 o peggio, con schemi da guerra fredda. La famigerata transizione politica italiana, databile grosso modo dagli anni del sequestro Moro, è ancora lungi dall'essersi conclusa. Qualche passo in avanti è stato fatto, ma ci sarà pure un motivo per cui non siamo ancora riusciti ad avere una competizione leale tra schieramenti opposti che si riconoscano, però, nei principi sanciti dalla Costituzione. Schieramenti che propongano soluzioni diverse, certo, ma che non s'insultino a prescindere e che sappiano governare un paese.

Questi problemi, cari miei, non sono problemi dei politici, ma di chi li elegge. Se abbiamo politici di questo genere è perché noi ragioniamo così. In questo caso col "Vaffa..." di Grillo e company non facciamo altro che assolvere noi stessi dalle nostre responsabilità. Ma per quanto noi ci crediamo assolti, siamo per sempre coinvolti.

Nessun V-Day potrà cambiare, con un colpo di bacchetta magica, lo spirito di contesa astiosa che aleggia nel paese, e che è rispecchiato dai toni di certi politici. Anzi, se possibile, il V-Day peggiora le cose. Non lamentiamoci, poi, se la nostra politica si riduce sempre di più al potere delegato ad un leader carismatico, sia esso Berlusconi o Veltroni (al netto di tutte le differenze tra i due, s'intende)

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