Festa de l'Unità
Ieri sono andato alla festa dell'Unità (o de l'Unità, se preferite) a Roma. Mi ricordo gli anni scorsi. Quest'anno mi è parso di respirare un clima strano. Forse dovuto al mio stato d'animo. Una festa in cui la parola più usata è "democratico", mentre gli anni scorsi, affianco a questa c'era anche la parola "sinistra". Ho avuto l'impressione che in questa festa mancasse almeno un pezzo della sinistra. Ho sentito nell'aria, con piacere, il sostantivo "operaio"; c'erano scritte o stand su alimentazione biologica, diritti delle minoranze, cultura (libri, film, etc.). Nonostante questo è come se mancasse qualcosa. Mi è sembrato di percepire un certo senso di smarrimento, come se non si avessero idee chiare sulla propria identità. Eppure è almeno dal 1989 che la sinistra sta cercando una nuova collocazione nella storia italiana e internazionale.
Forse, quello che è differente, è che stavolta ci si sta lanciando in un'impresa molto difficile, quella del Partito Democratico, in cui ancora non si sa bene che fine si farà. E il discorso di Veltroni, ieri, non sembra aver sciolto tutti i dubbi in merito.
A questa sinistra dedico questi versi gucciniani: [...]"...
noi corriamo sempre in una direzione, ma qual sia e che senso abbia chi lo sa...
restano i sogni senza tempo, le impressioni di un momento,
le luci nel buio di case intraviste da un treno:
siamo qualcosa che non resta, frasi vuote nella testa e il cuore di simboli pieno..."
Meglio le mani di un artigiano
12 anni fa

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