domenica, giugno 24, 2007

Qualcuno era comunista

Non è solo il titolo di una canzone meravigliosa di Giorgio Gaber. E' una domanda implicita. Potrei quasi citare una frase del film "Palombella Rossa". Ecco: io mi chiedo che cosa significa essere comunisti oggi. In Italia, viene da aggiungere. Sì, perché il Partito Comunista Italiano, con tutte le sue contraddizioni e tutti i suoi difetti, non è comparabile a nessun altro partito omonimo, ed è stato il partito comunista più forte della cosiddetta Europa Occidentale. Ha partecipato attivamente al processo Costituente che ci ha regalato quel gioiello che è la Costituzione, appunto. Dio la salvi da revisioni peggiorative. Insomma, il PCI ha partecipato attivamente alla vita democratica del nostro paese, anche se ha quasi sempre avuto posizione di minoranza... Una minoranza che è arrivata al 30% sotto la segreteria Berlinguer. Molte cose hanno cambiato questa storia. Il caso Moro, innanzi tutto. E poi la fine del socialismo reale: il crollo del muro di Berlino prima e dell'Unione Sovietica poi.

Così, qualcuno ha deciso che quella parola, comunista, dovesse essere superata. Forse, ripensando alle parole del regista Moretti, qualcuno dimentica che il Partito Comunista Italiano poteva "vantarsi" di aver ben governato in Emilia-Romagna, e magari non doveva cercare modelli in Cina o in URSS; che aggiungere l'aggettivo italiano non era un mero esercizio linguistico, ma il simbolo di una specificità che aveva portato quel partito al condividere con gli altri le regole del gioco democratico.

Intanto, in mezzo a Tangentopoli, ci si chiedeva che fine avrebbero fatto i socialisti, e io pensavo che il PDS sarebbe diventato ciò che allora era il PSI di Craxi. Ex post non ero andato molto lontano dalla verità.

Ed ora, cosa sarà della sinistra italiana? Sembra in procinto di nascere il Partito Democratico, sembra che la guida di questo soggetto sia affidata a Walter Veltroni, probabilmente si faranno delle elezioni primarie. Riuscirà il "nuovo" partito a rappresentare esigenze di ridistribuzione del reddito ed uguaglianza sociale? Ad ereditare la tradizione migliore di quello che è stato il PCI?

Non illudiamoci: questa tradizione non potrà mai essere rappresentata da partitelli o partitini che portano ancora, nel nome, la parola comunista. Meno che mai da partitelli o partitini che si metteranno in posizione minoritaria come "forza di protesta". Questi soggetti, secondo me, preferirebbero stare fuori dal gioco democratico, e magari restarci. Immaginate un partito comunista così subito dopo la fine della guerra....

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