sabato, settembre 27, 2008

Un dubbio che rimane (4)

Cork mi è piaciuta molto, anche se ho avuto problemi di orientamento nel percorrere a piedi le strade. Le mappe che avevo non riportavano i nomi di tutte le strade, perciò almeno una volta al giorno facevo un tragitto lunghissimo per arrivare in un posto vicino. Sarà anche per questo che non sono riuscito a vedere la Red Tower, e non ho avuto occasione di assaggiare almeno la Murphy's o la Beamish.

Julien, il mio compagno di stanza belga, è gentile e socievole. Una sera mi fa usare il suo portatile per telefonare - con la mia utenza Skype - a mia sorella. Inoltre, il 10 settembre entrambi dobbiamo andare a Dublino, perciò ci mettiamo d'accordo. Ci diamo un appuntamento e prenderemo il bus insieme. Ho ancora il suo numero telefonico in rubrica, magari gli manderò un sms di saluto. La mattina del 10 settembre esco per una breve passeggiata. Subito dopo torno all'ostello e, presi tutti i bagagli, io e Julien andiamo a Parnell Place a prendere il bus delle 10.

Per fortuna abbiamo deciso di partire a quell'ora e non più tardi. Il viaggio verso Dublino è lungo. Verso le 12/12.30 ci sarà una sosta presso un'area di servizio, per mangiare, sgranchirsi un po' le gambe, e soddisfare altre necessità. Arriviamo a Dublino, Busàras verso le 14.40. Sapendo che fra qualche giorno mi aspetta Belfast, ne approfitto per prendere un volantino con la tabella degli orari per quella destinazione. Con Julien ci salutiamo cordialmente, see you later, ma di fatto ognuno andrà per la sua strada.

Il mio ostello è a due passi dalla stazione dei bus, mentre Julien dovrà prendere la LUAS o camminare un po'. Dublino si rivela subito nella sua caoticità estrema di città turistica. L'ostello pullula di persone, molti usano i pc portatili sfruttando la connessione wi-fi gratuita, io resto in attesa di poter fare il check-in per poter posare il mio borsone in una stanza e ripartire. Intanto la radio passa musica rock, ma ad un certo punto riconosco l'inconfondibile voce di Carmen Consoli che canta di na persona che biascica un malinconico Modugno.

Posato il mio bagaglio esco e vado subito al Dublin Tourism Centre in Suffolk street. Prima sorpresa: la ragazza allo sportello mi dice subito "sei italiano?". Chissà da dove avrà capito la mia provenienza. Secondo: l'ufficio turistico di Dublino è un bell'edificio, è una vecchia chiesa; anche lo spazio all'interno è grande, e non manca un negozio di souvenir, naturalmente. Poco distante dal centro turistico dove ritiro il mio Dublin Pass, c'è il Trinity College. Devo dire che non mi entusiasma. Sarà per il fatto che ho visto il College di Cork ed è tutta un'altra cosa: su una collinetta, edifici che sembrano case che spuntano tra alberi e parchetti... Per fare un paragone con Roma sembrava quasi di passeggiare a Villa Pamphili e, ogni tanto, trovare edifici o piazzette dove ci si si può incontrare, luoghi dove si può studiare in solitudine o in compagnia...

Il Trinity College ha una struttura diversa. Gli edifici non sono molto alti, ma il disegno architettonico mi ricorda quello razionalista che caratterizza la Città Universitaria di Roma. L'impianto è sicuramente più sobrio e meno retorico, però quella struttura risulta "quadrata", e meno piacevole di quella vista a Cork.

La mia prima (mezza) giornata a Dublino la passo a maledire la città: mi accoglie il caos su O'Connell street, il via vai frenetico delle persone, i semafori pedonali che non scattano mai, il suono delle ambulanze (ne ho sentita almeno una al giorno) e, come se non bastasse, dalla mia stanza si sente chiaro il rumore della DART, il cui ponte ferroviario passa proprio sopra le nostre teste.

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