Un dubbio che rimane (1)
La parola vacanze, stranamente, non evoca in me il piacere e la rilassatezza. Forse perché, come avviene per altri aspetti della mia esistenza, non mi concedo spesso questo piacere, cerco di fare sempre attenzione al tempo che spendo. Forse è in questo che va cercata la ragione per cui se parto, preferisco farlo di settembre - o - comuinque - in un periodo che ritengo migliore perché meno affollato. Aggiungiamo a questo un po' di sana(?) vanità che consiste nel presentarsi, agli altri, come colui che - come il barcarolo romano di Romolo Balzani - sceglie appositamente di andare in vacanza quando tutti tornano perché "er barcarolo va controcorente"e mi piace così.
E' così che decido di partire a setembre, e per l'Irlanda che tutti dicono verde. Anche stavolta ho scelto un volo che parte di sera, atterrerò di notte a Cork ma non fa niente. Ho già previsto tre tappe: Cork, Dublino, Belfast, e altrettanti ostelli nelle tre città.
Nella mia preparazione c'è un metodo scientifico, quasi come quello di Gassmann ne "I soliti ignoti". Talmente scientifico che metto tutto il mio bagaglio nel mio borsone, sicuro del fatto che passerà come bagaglio a mano (il borsone non ingombra molto); ho già previsto anche l'autobus che mi porterà dall'aeroscalo all'ostello, ho prenotato anche il biglietto su internet.
Che dire? L'entusiasmo mi ha fatto fare progetti, calcoli, ma anche programmi più vaghi, idee, sogni... D'altra parte, come dice il buon De Gregori, Dietro a un miraggio c'è sempre un miraggio da considerare, come del resto alla fine di un viaggio c'è sempre un viaggio da ricominciare. Ecco, il mio viaggio è partito così, come un grande miraggio in cui non sapevo neanche quanto credere. Ma le sorprese son tutte da scoprire
Meglio le mani di un artigiano
12 anni fa

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