domenica, settembre 16, 2007

In attesa fiduciosa (?)

Oggi parlo di questo governo. Forse dobbiamo ammettere di nutrire aspettative troppo alte per un esecutivo che si regge su un senatore di differenza. Però io speravo che si affrontassero alcuni temi che erano stati posti: i diritti civili delle coppie di fatto (anche omosessuali), la riforma della legge Biagi con la previsione di maggiori tutele e garanzie. Perché non è pensabile che il precariato duri ANNI, e che chi oggi ha un "contratto atipico" non solo non sa con quanti soldi andrà in pensione, ma non sa neanche SE riuscirà ad andarci. E poi si dice che i giovani restano a casa fino a 40 anni e oltre. Ma chi glieli dà, ai giovani, i soldi per un affitto? O per un mutuo? Che futuro può avere un giovane che per tre mesi percepirà uno stipendio e poi chissà?

A dir la verità qualche segnale c'è stato. La circolare del ministro Damiano ad inizio mandato, ad esempio... oppure il famoso progetto di legge sui Dico su cui il livello polemico è stato molto alto. Forse sono segnali di qualcosa che si potrà realizzare nella prossima legislatura? Io spero si possano realizzare in questa, anche perché con un altro governo Berlusconi la vedo difficile...

La situazione è difficile da governare, i problemi sono tanti, i dubbi e le insoddisfazioni pure. Però credo che questo governo debba provarci. Anche perché sennò chi ci prova?

martedì, settembre 11, 2007

V-Day parte seconda

Alla fine, il V-Day di Grillo c'è stato. Non si può ignorarlo: organizzato solo attraverso il tam-tam di internet, ha avuto un grosso riscontro. Centinaia di migliaia di persone in piazza. Roba da mettere in difficoltà l'organizzazione di un partito o di un sindacato. Dunque, il V-Day è senz'altro un segnale di un malessere diffuso verso la politica, la lentezza nel prendere decisioni, la famosa distanza tra "il palazzo" e "la gente", le auto blu e i privilegi, le immunità che vengono confuse spesso per impunità.

Forse raccogliere una massa delusa dalla politica gridando a gran voce "Vaffa..." è facile, secondo me fin troppo facile... Però i problemi posti dal V-Day ci sono, va cercata una soluzione. Secondo me la soluzione non può e non deve essere un gigantesco "Vaffa..." di piazza, così come le proposte di legge popolare presentate da Grillo meritano una discussione più approfondita e non una firma aprioristica sulla fiducia.

Sicuramente la politica deve cambiare corso, si deve rinnovare negli uomini e nelle idee. Ma questo processo non può essere separato dall'evoluzione della cosiddetta società civile, che spesso ragiona ancora in termini da anni '70 o peggio, con schemi da guerra fredda. La famigerata transizione politica italiana, databile grosso modo dagli anni del sequestro Moro, è ancora lungi dall'essersi conclusa. Qualche passo in avanti è stato fatto, ma ci sarà pure un motivo per cui non siamo ancora riusciti ad avere una competizione leale tra schieramenti opposti che si riconoscano, però, nei principi sanciti dalla Costituzione. Schieramenti che propongano soluzioni diverse, certo, ma che non s'insultino a prescindere e che sappiano governare un paese.

Questi problemi, cari miei, non sono problemi dei politici, ma di chi li elegge. Se abbiamo politici di questo genere è perché noi ragioniamo così. In questo caso col "Vaffa..." di Grillo e company non facciamo altro che assolvere noi stessi dalle nostre responsabilità. Ma per quanto noi ci crediamo assolti, siamo per sempre coinvolti.

Nessun V-Day potrà cambiare, con un colpo di bacchetta magica, lo spirito di contesa astiosa che aleggia nel paese, e che è rispecchiato dai toni di certi politici. Anzi, se possibile, il V-Day peggiora le cose. Non lamentiamoci, poi, se la nostra politica si riduce sempre di più al potere delegato ad un leader carismatico, sia esso Berlusconi o Veltroni (al netto di tutte le differenze tra i due, s'intende)

lunedì, settembre 03, 2007


Cercando un altro Egitto

L'Egitto va di moda. Ditemi voi se non conoscete qualcuno, più di uno, che non sia stato a Sharm el Sheik. A nuotare sul Mar Rosso, sotto la barriera corallina, a imprecare per sindromi intestinali varie. Un vecchio detto dice "se Maometto non va alla montagna, allora la montagna va da Maometto". E' il mio caso. Non sono andato in Egitto (ma magari ci vado), non credo che andrò a Sharm el Sheik, almeno fino a quando rimarrà la meta turistica più frequentata da tutti quelli che conosco. Magari va a finire che una capatina a Sharm ce la faccio, chissà. Però cercherò di adottare un punto di vista diverso dagli altri, perché non amo gli stereotipi e i luoghi comuni.

Dicevo, non sono andato in Egitto, ma in un certo senso è l'Egitto che è venuto da me. E' stato come se non aspettassi altro: l'opportunità di poter parlare in lingua straniera (inglese, ma anche francese), l'esercizio di una traduzione dall'italiano, il fascino della cultura araba coniugata alla storia dell'Egitto che è molto più antica di quella della mia città natale, Roma. E sognare l'Egitto di Nasser o di Sadat, che riescono ad essere indipendenti dal gioco delle potenze... Tanto che l'Egitto attuale è una delle chiavi per un Medio Oriente pacifico. L'Egitto, Africa e Mediterraneo allo stesso tempo, con grandissime influenze arabe. Se mi salta il ticchio, ci prenderò casa.