mercoledì, gennaio 30, 2008

Crisi di Governo

Qualche giorno fa si è aperta ufficiamente la crisi del governo Prodi. Per la prima volta in 60 anni, questo passaggio è stato scandito dalla fiducia, votata prima alla Camera dei Deputati, e successivamente al Senato della Repubblica. Dunque, il governo non ha avuto la fiducia del Senato. La prassi precedentemente era stata quella delle crisi extraparlamentari; il governo si dimetteva senza presentarsi alle camere. Per diversi motivi credo che Prodi abbia fatto bene a chiedere il voto di fiducia, anche per il semplice fatto che la Costituzione lo prescrive.

Quello che più mi interessa, però, è capire quali prospettive si aprano a questo punto. Credo che un governo istituzionale sia necessario, per riformare la legge elettorale (che tutti avevano dichiarato essere orrenda), ma anche per affrontare le emergenze più gravi. Sarà molto difficile che questo si realizzi. Vedo, molto più probabilmente, un ricorso anticipato alle elezioni, che secondo me rischiano di aprire un periodo buio (non solo per chi probabilmente governerà), ma anche perché non vedo possibilità di uscita da questa impasse politica e istituzionale. Spero di sbagliare

sabato, gennaio 05, 2008


L' Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro

Chi non conosce l'articolo 1 della Costituzione? Con il primo gennaio la nostra carta, lo ha detto anche Napolitano, compie 60 anni dalla promulgazione. Ci sono diverse statuizioni ideali che nella realtà non trovano applicazione, ma al di là di questo, oggi mi piace ricordare che la Repubblica è fondata sul lavoro. Perché già questa affermazione significa che fatti come il rogo alla ThyssenKrupp, ma anche fatti meno gravi di cui i mezzi d'informazione (colpevolmente) non parlano, dovrebbe essere inconcepibili, oppure banditi, in quanto lesivi della dignità della persona e del lavoro.

Allo stesso modo, il lavoro precario dovrebbe avere maggiori limiti d'impiego, e dovrebbero esserci maggiori tutele per chi lavora, spesso girovagando da un'azienda all'altra, a volte lavorando nella stessa azienda che cambia nome trecento volte in un anno. Altrimenti, si dovrebbe cambiare l'articolo 1. In questo modo: "l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro precario" oppure sul lavoro "non sicuro", dove il gruppo avverbiale rende l'idea sia del precario che del fatto che per lavoro c'è ancora chi muore. Nei cantieri, ma anche nelle fabbriche, e in altri ambienti ancora.

Tutto questo non è degno di un paese che, solennemente, 60 anni fa, ha dichiarato di essere una "Repubblica democratica".