mercoledì, ottobre 12, 2011

ARoma d'Oriente (3)

La piazza di Sultanahmet, con tutto il caos, sarà per me sempre un punto di riferimento. Nasconde angoli dove ci si può rilassare, mentre si osservano i minareti cambiare colori. Certo, magari appena pensi di stare tranquillo un poco arriva un signore turco con cui imbastisci una conversazione in inglese, e poi scopri che vuole venderti tappeti. Ce ne sono di tutti i tipi: di quelli cordiali che appena hai detto "no" se ne vanno e si comportano in modo educato, e di quelli insistenti e invadenti, che bisogna trattarli un po' bruscamente sennò ti seguono mentre cammini. Finita la mattinata con le tre cose principali di questa piazza, decido di fare un salto verso la stazione e passare il ponte di Galata.

Subito mi colpiscono il numero spropositato di barche e traghetti sul molo di Eminonu, le voci di chi ripete "Bosphorus, bosphorus..." cercando turisti per la traversata, i chioschi che vendono giornali, Akbil (carte per i mezzi pubblici di trasporto), acqua etc., ma soprattutto i pescatori. Uomini, soprattutto, armati di lenza, uno in fila all'altro. Vicino al ponte, sul ponte stesso... Mentre sul Mar di Marmara passa di tutto e l'odore non è proprio quello del pesce fresco. O forse sì.

Penso a qualcosa come la pesca sul fiume Tevere, non la immagino così diversa. Solo, un po' più caotica, affollata e chiassosa, ma siamo pur sempre a Istanbul, non in una città che al confronto pare piccola e provinciale, come Roma.

Attraverso il ponte e cerco di addentrarmi, prima passando verso la torre di Galata e poi per cercare Istiklal Caddesi di cui parla tanto la mia guida routard. Cammino senza consultare troppo la mappa, così mi trovo lungo un viale largo, un bulivari turco che porterà a Piazza Taksim ma che mi sembra piuttosto lungo da percorrere, ed è in salita. Se non altro, si gode un bel panorama: si vede persino l'acquedotto di Valente da lontano. Poco dopo decido di fermarmi per mangiare in un piccolo locale. Un buon pasto con acqua e çay (tè) finale per 5YTL, davvero ottimo. Quattro chiacchiere con il padrone vestito con un camice giallo e rosso. appena sa che sono italiano comincia ad elencare nomi di giocatori: Totti, Buffon, LucaToni... Io chiaramente rispondo con Hakan Sukur. Il tè sarà una costante dei miei fine pasto.

A piazza Taksim ci arriverò in bus, ho l'Akbil pronto e carico, perciò viaggerò un bel po' prima di doverci mettere altri soldi dentro. Torno a Eminonu che si sta facendo sera, do' un'occhiata e cerco la moschea di Rustem Pascià dalle parti del Bazaar Egiziano, ma non ho voglia di girare ancora molto per vicoli e vicoletti, perdermi e trovare poi la moschea. Il peso della reflex comincia a farsi sentire sulla schiena.

Così decido di tornare verso il Sultanahmet, mi fermo nei pressi del Topkapi dove scopro, letteralmente, il parco di Gulhane. Un bell'angolo di paradiso alberato in pieno centro, fuori dal caos. Il luogo giusto per il relax prima di tornare verso l'albergo. Ottimo anche perché non ho mai incontrato nessuno che volesse vendermi qualcosa, in questo parco. Ci tornerò, quasi con cadenza quotidiana.

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