martedì, ottobre 18, 2011

ARoma d'Oriente (5)

Stamattina, contrariamente a ieri, mi alzo senza avere neanche una bozza di programma in testa. So che voglio vedere i mosaici di San Salvatore in Chora; so che vorrei tornare al Gran Bazaar oppure a Beyoglu perché le mie precedenti incursioni sono state frettolose. Istiklal Caddesi, in pratica, non l'ho ancora vista. Da quando sono partito da Roma, però, ho un po' di raffreddore. Nei giorni scorsi ho sorseggiato sempre tè caldo alla fine di ogni pasto. E' sempre stato piacevole, anche grazie al bicchiere ricurvo in cui ti servono la bevanda, bollente. Tutto sommato non mi sento malissimo, anche se qualche volta ho preso aria. Ieri mi sono stancato ma ho anche riposato. Ora sono solo indeciso.

Faccio colazione nella terrazza vista mare, come al solito. Rientro in camera e guardo l'orologio. Saranno le 08.30. Bene. Allora stamattina andrò a S. Salvatore. La guida routard consiglia di andare presto, e in più il luogo è un po' distante dal centro storico. Sarà bene muoversi.

Prendo il Tram a Sultanahmet (Divanyolu Caddesi) e scendo a Yusufpascià, dove c'è un cavalcavia pedonale e le indicazioni per la stazione metro Aksaray, poco distante. Prendo anche la Metro e scendo a Topkapi-Ulubatli. Sono a ridosso delle mura costantiniane, e la mia mappa da routard è un po' meno dettagliata. In ogni caso me la cavo: leggendo la carta della stazione e chiedendo, prendo un altro tram e scendo a Edirnekapi, appena fuori le mura. Alla mia destra c'è un cimitero islamico che per grandezza mi ricorda un po' il Verano. Passo sotto l'arco, il museo è poco distante secondo la mappa. Chiaramente mi perdo qualche minuto nei vicoletti del quartiere, appena abbandonato il bulivari che lo taglia in due e porta verso il centro.

Appena arrivo (pochi minuti) un sospiro e un'emozione. Ci sono. Il posto mi piace, e molto. E' un'altra faccia di Istanbul, in cui il turismo sembra completamente assente, fino a quando non arrivi davanti alla piazza del museo. Lì vedi quasi solo viaggiatori, ma vale veramente la pena di arrivarci. Entri e la vecchia chiesa bizantina è circondata da un giardino interno, con una terrazza che dà su un parco. Già è bello così. Dentro inizio a vedere gli affreschi. E' pieno di visitatori armati di macchinetta fotografica, ma è meno affollato della Moschea Blu. In piazza c'è qualcuno che mangia o compra oggettini, forse sono già stati dentro. E' un trionfo di mosaici, i più belli che abbia visto. Bellisimo gioco di luci ed ombre creato dai colori dorati. Gran bel posto, di nuovo: vale la pena.

Per il pranzo decido di tornare verso il centro. Mangio un tavuk kebap con baklava e çay come dessert, poi torno in albergo per decidere cosa fare nel pomeriggio. L'idea è riposarsi pochi minuti e poi riprendere... Alla fine farò un'oretta di sonno sul letto. Comincio a sentirmi un po' "tonto" e affaticato, anche se ogni volta che vedo il manifesto dei dervisci nel mio cervello rimbomba il suono di cavigliere del katakhali. Soffro l'umidità, e la macchinetta fa sentire il suo peso sulla schiena. Comunque, riprendo il cammino ma risparmio un po' le energie. A Beyoglu, dall'altra parte del ponte di Galata, ci tonerò domattina. E' meglio.

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